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La reliquia del pericardio di Carlo Acutis per tre giorni a San Calogero, il paese calabrese dov’è nato il primo musical sul futuro santo

When the saints go marching in

Un paese in festa. Il paese è San Calogero, la festa è una carezza data al cuore, con il sorriso di un adolescente. Qui è arrivata la reliquia del pericardio di Carlo Acutis, il ragazzo milanese che il prossimo 27 aprile diventerà santo. L’ha portata da Assisi don Anthony Jesus Figuereido, il sacerdote statunitense, rettore del santuario eretto dove San Francesco si spogliò di tutti i suoi beni e dove è sepolto il corpo di Carlo. E San Calogero è il paese dove i giovani dell’Oratorio hanno realizzato un musical – il primo, ed è bellissimo – su Carlo, l’influenzer di Dio. 

Cantano “Il Paradiso non può attendere” i ragazzi sancalogeresi vestiti con la maglietta rossa di Carlo, davanti al Municipio, all’arrivo della reliquia del loro coetaneo. E’ il brano-inno che hanno inserito nel musical, fatto di tante canzoni e coreografie che mettono i brividi. Decine di bambini coi palloncini, nel cielo i fuochi pirotecnici. Il parroco don Rocco Scaturchio e il coparroco don Andrea Campennì dispongono la processione che arriverà in cattedrale. Nella fila, con le autorità cittadine e le congregazioni, anche il gruppo di catechesi che porta il nome del beato Francesco Mottola. Sembra di seguire la marcia dei santi della celebre canzone di Louis Armstrong.

La reliquia del pericardio, nella grande chiesa del Sacro Cuore di Gesù viene posta davanti l’effigie di Carlo Acutis illuminata e incorniciata dai fiori. A partecipare alla Messa, fedeli d’ogni età e, soprattutto, tantissimi giovani, e bambini.

Don Anthony, che  “ha realizzato il suo sogno di immergersi nella vita dei santi”, pronuncia a braccio la sua appassionata omelia. Arriva in Calabria nel giorno in cui il New York Times pubblica un articolo che definisce Papa Francesco un faro per gli americani persi nella tempesta Trump. Ma è qui per parlare di un ragazzo nato in una famiglia benestante, morto a 15 anni di leucemia e che in poco tempo ha saputo conquistare l’amicizia e l’affetto di una moltitudine di persone, che chiedono la sua intercessione.  “Carlo – spiega il rettore del Santuario della Spogliazione – ripeteva ai suoi amici una frase di Steve Jobs, il fondatore della Apple: “Non mi interessa essere l’uomo più ricco del cimitero, ciò che mi interessa è andare a letto ogni sera e poter dire: oggi ho fatto una cosa fantastica per un’altra persona”

Difficile e facile nello stesso tempo, spiegare quale fosse il segreto di questo quindicenne che organizzava su Internet mostre sull’Eucarestia, tifava per il Milan, pregava tanto e aiutava gli altri, soprattutto gli ultimi. Lo ha fatto con un libro la madre, Antonia, che prima dell’arrivo di Carlo era andata a messa soltanto tre volte: il giorno del Battesimo, il giorno della prima Comunione e il giorno del Matrimonio”.

“Sapete che vuol dire essere santo?” domanda il celebrante. “Amare – è la riposta – cominciando dalla persona accanto a te, che forse è la più difficile”

“Ciascuno di voi avrà una grazia da chiedere a Carlo Acutis: fatelo!” é l’invito finale del sacerdote statunitense che ha portato a San Calogero  il pericardio del futuro santo ed un’altra sua reliquia ex corpore, da lasciare in dono alla parrocchia. Eppure, qualcosa di miracoloso è già sotto gli occhi di tutti, qui e adesso: non è forse una grazia una chiesa così piena di ragazzi dagli occhi limpidi? E non è a suo modo un miracolo, che proprio in questo lembo di Calabria profonda sia nato dalla volontà dei ragazzi dell’oratorio il primo musical su Carlo Acutis, che sarà messo in scena il prossimo 17 maggio ad Assisi?