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L'ennesimo naufragio costato la vita a 40 migranti richiama il monito della "Dilexi te" di Papa Leone

Se a Salakta affonda l’umanità

 A largo della costa di Salakta (Tunisia), affonda l’umanità. L’ennesima tragedia, è una vergogna, tocca le corde vocali e spezza il cuore. Vedere donne e uomini, soprattutto neonati annegare è la riprova che la vita umana è pari allo zero. Prevale la logica della più bieca mercificazione delle persone. Non è più tollerabile, accettare una siffatta situazione nel cuore del Mediterraneo, che da culla della civiltà si è trasformato in un cimitero a cielo aperto. 

Al largo della costa tunisina 40 migranti subsahariani, inclusi alcuni neonati, hanno perso la vita dopo il capovolgimento del loro barcone diretto in Europa.

   Di recente, a Marsiglia, Papa Francesco aveva affermato: “il Mediterraneo lo sappiamo è culla di civiltà, e una culla è per la vita! Non è tollerabile che diventi una tomba, e nemmeno un luogo di conflitto. No. Il Mare Mediterraneo è quanto di più opposto ci sia allo scontro tra civiltà, alla guerra, alla tratta di esseri umani. È l’esatto opposto, perché il Mediterraneo mette in comunicazione l’Africa, l’Asia e l’Europa; il nord e il sud, l’oriente e l’occidente; le persone e le culture, i popoli e le lingue, le filosofie e le religioni”. 

Il primo documento firmato da Leone XIV, la “Dilexi te”.

  È l’ora che ogni singola persona dovrebbe porsi questa domanda che ci riporta alle radici dell’umanità: “Caino dov’è tuo fratello?”. Ma tutto, amaramente, ci rimanda alla risposta: “Forse sono io il guardiano di mio fratello?”

   E la recente Esortazione Apostolica Dilexi te di Papa Leone XIV, ci esorta a denunciare le ingiustizie e a non ridurre la fede a un fatto privato. A non essere indifferenti al grido dei poveri. Dilexi te evidenzia anche l’importanza di essere “una Chiesa per i poveri” e sottolinea che “… non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della Rivelazione” (DT 5). In tal senso, il documento presenta “numerose pagine dell’Antico Testamento in cui Dio viene presentato come amico e liberatore dei poveri… «Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri […]. Tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri»” (DT 17).