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"La storia non più sfondo, ma proscenio della riflessione ecclesiale", dice il vescovo Savino a Bisignano

Per una coscienza nuova della Dottrina sociale della Chiesa

“Sibi nomen imposuit Leone XIV”. Il cardinale Prevost, raccoglie l’eredità profetica di Leone XIII che nel 1891, con la Rerum Novarum, osò inserire la voce della Chiesa nel cuore delle contraddizioni moderne e, nel tempo stesso, annunciò una nuova postura: non più soltanto magisteriale, ma conviviale, generativa, pastorale nel senso più incarnato del termine. 

Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Ionio e vice presidente della CEI.

Per Mons Francesco Savino, Vescovo di Cassano All’Ionio e Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana “la posta in gioco, oggi, è più alta. Non basta più prendere posizione: occorre abitare lo spazio della complessità come luogo teologico. La storia non è più sfondo, ma proscenio della riflessione ecclesiale. In questa prospettiva, la scelta di Leone XIV assume tratti di un dispositivo simbolico aperto, un invito a ripensare la Dottrina sociale non come deposito di principi, ma come sorgente di discernimento dinamico, chiamato a interloquire con le nuove questioni dell’umano, della tecnica e del senso”. 

E ancora, per Mons. Savino “Papa Leone XIV non richiama la Dottrina sociale della Chiesa come un archivio di norme da conservare, ma come una fonte viva di orientamento, un linguaggio incarnato per affrontare le fratture del presente”. 

“Il nostro frangente storico – ha evidenziato il presule -, non ha bisogno di parole solenni, ma di presenze capaci di leggere i segni dei tempi e di stare dentro, di abitare, le ferite della storia. 

La Rerum novarum rappresentò, a suo modo, un evento teologico politico di rara portata: nel cuore pulsante della modernità industriale e capitalista, la Chiesa intraprese una dichiarazione solenne in difesa della dignità del lavoratore, opponendosi con fermezza alle logiche dell’accumulazione disumana e all’indifferenza della comunità atomizzata. Non si trattava solo di un intervento sociale, ma di un manifesto che risuonava come eco di giustizia e umanità nel caos di un ordine economico alienante. Oggi, tuttavia – ha sottolineato mons, Savino -, quel paradigma è chiamato a misurarsi con un mutamento antropologico radicale, che va ben oltre il progresso materiale: un’epoca in cui l’assenza stessa dell’umano rischia di sgretolarsi, sopraffatta dalla tirannia della funzionalità e dell’efficienza; epoca in cui ogni individuo, ridotto a capitale produttivo, rischia di perdere la propria consistenza, la propria dignità”. 

I relatori all’incontro nella Biblioteca comunale di Bisignano. Punto di partenza, il libro “Papa Leone XIII dona alla Chiesa e alla società la Rerum Novarum”, pubblicato da Editoriale Progetto 2000.

E in questo contesto “- secondo il vice presidente della Cei -, Leone XIV sembra rilanciare la necessità di una teologia del reale: non una teologia delle idee, ma una teologia dei corpi, dei legami, dei conflitti, capace di cogliere il grido dei poveri e quello della terra come rivelazione del divino nella storia. Questa visione sacrale – ha proseguito -, e immanente diventa il fondamento di una Dottrina sociale che non è più un semplice commento all’attualità, ma un luogo critico e profetico, capace di generare trasformazioni radicali. Si tratta di accedere un fuoco di cambiamento che muova dal cuore stesso delle strutture sociali, mutandole all’interno e rendendo concreta quella verità che solo nella storia si può compiere.

La dignità come profezia inquieta, Papa Prevost ci invita a guardare con occhi nuovi ciò che si nasconde dietro la superficie della nostra quotidianità: il bisogno profondo di essere visti, di essere ascoltati, di essere accolti in tutta la nostra vulnerabilità”.

È quanto ha affermato, il presule della diocesi cassanese, nel corso della presentazione del libro a più voci: “Papa Leone XIII dona alla Chiesa e alla società la Rerum novarum” (Editoriale Progetto 2000), tenuto presso la Biblioteca del Comune di Bisignano, a cui hanno preso parte tra gli altri, il sindaco della città di Sant’Umile, Francesco Fucile, Nicola Paldino, Presidente della BCC Mediocrati e Demetrio Guzzardi, Direttore Editoriale Progetto 2000. I lavori, sono stati coordinati dal giornalista, Rino Giovinco.