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L'arcivescovo di Toronto è tra i più giovani partecipanti al Conclave al via mercoledì prossimo

Le radici calabresi del cardinale Francis Leo

ROMA – Giornata di “riposo” per i cardinali arrivati a Roma dopo la morte di papa Francesco per eleggere il 267mo successore di Pietro. In questi giorni hanno partecipato alle Congregazioni generali in vista del Conclave che inizia mercoledì pomeriggio dopo la messa “Pro Eligendo Pontefice” presieduta dal card. Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio Cardinalizio.  

E in attesa di riprendere i lavori nelle Congregazioni generali domani mattina molti porporati hanno voluto celebrare, nella terza domenica di Pasqua, nelle parrocchie romane di cui sono titolari. 

Due i cardinali di origine calabrese presenti al Conclave e che quindi entreranno in Sistina dive fervono i lavori: l’arcivescovo di Napoli, il card. Domenico Battaglia e l’arcivescovo di Toronto, in Canada, il card. Francis Leo, mamma campana, padre originario di Belvedere Marittimo e nonno partito da San Donato di Ninea. 

Il card. Battaglia questa mattina ha celebrato, in forma privata (non ha ancora preso possesso del titolo cardinalizio della Chiesa) nella Parrocchia S. Marco Evangelista in Agro Laurentino mentre nella parrocchia S. Maria della Salute a Primavalle ha celebrato il card. Leo, uno dei più giovani porporati chiamati ad eleggere il nuovo Pontefice. 

Il cardinale Francis Leo

Nato, infatti, 54 anni fa il card. Leo entra in seminario a 19 anni e viene ordinato sacerdote nel 1996. Il 16 luglio 2022 papa Francesco lo nomina vescovo Ausiliare di Montréal e l’11 febbraio di due anni fa arcivescovo metropolita di Toronto. Prima, dal 2006 al 2008 è stato inviato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica di Roma. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, ha operato nella Nunziatura Apostolica in Australia (2008-2011) e poi presso la Missione di Studio della Santa Sede a Hong Kong (2011-2012).

Il 6 ottobre scorso, al termine della preghiera dell’Angelus,  ne annuncia la creazione a cardinale, che avverrà nel concistoro del 7 dicembre scorso. 

E’ un legame forte quello di Leo con il nostro Paese e che ha sempre mantenuto anche in Canada incontrando spesso la comunità italiana. Lo scorso 23 marzo ha visitato la Chiesa dedicata alla Madonna della Consolata di Montreal dove è stato battezzato e cresimato, ordinato sacerdote e dove è stato anche vice parroco dal 1996 al 2001. 

Due nomi importati per la Calabria in questo conclave che vedrà votanti 133 porporati dei 135 aventi diritto: due hanno rinunciato per motivi di salute e non hanno raggiunto Roma. 

Leo, insieme a Battaglia, è stato tra gli ultimi 21 cardinali voluti da papa Bergoglio nel suo decimo Concistoro, ultimo prima della sua morte avvenuta lo scorso 21 aprile. Porporati da ogni parte del mondo. 

Il cardinale Leo è arcivescovo di Toronto (Canada)

Leo, come riferito dal sito Vatican News il giorno dell’imposizione della Berretta cardinalizia, in mezzo agli italiani, ha detto “ehi, pure io sono italiano. Ho origini calabresi, sono figlio di emigrati” dicendosi “felice, veramente felice” per questo momento di Chiesa vissuto insieme a confratelli, amici, parenti. “Sono commosso per la scelta del Santo Padre, indegnamente faccio parte di questo Collegio per servire il Signore. La vedo come una chiamata ad essere strumento di comunione ecclesiale, unità, testimonianza, appartenenza alla Chiesa con ogni battito del cuore e ogni goccia di sangue”. 

Al momento della sua nomina il padre – la mamma è venuta a mancare qualche anno fa –   “ha pianto, non ho capito bene quello che diceva, oltre a ‘tanti auguri’, perché piangeva. Era molto, molto contento”, ha detto il porporato spiegando che a casa si parlava in italiano ma molto nel dialetto. Un cardinale, Francis Leo molto legato al culto mariano. Nella sua famiglia è molto forte la devozione mariana. Una devozione anche cresciuta – come ha raccontato il porporato che ha anche fondato la Canadian Mariological Society – nella sua comunità parrocchiale dove “la figura della Madonna era molto presente. Fin da bambino ho sentito questa presenza materna, mariana, nella mia vita personale, nella mia fede. Anche crescendo Maria mi ha sempre affascinato, ho quindi potuto studiarne la teologia e vederne sempre meglio la bellezza, come stella dell’evangelizzazione, come nostra sorella, nostra madre, come colei che ci guida e ci sostiene nel cammino”.