Home » Intelligenza artificiale, immagini omeopatiche e competenza narrativa

Esperimenti sulla "legge dei simili" applicata alle arti visive in opere create dall'AI: lo stimolo che ne consegue, rientra in un processo terapeutico omeopaticamente compatibile

Intelligenza artificiale, immagini omeopatiche e competenza narrativa

Di tre cose sono convinto. Prima: non bisogna sottovalutare l’importanza dell’Intelligenza Artificiale. Seconda: l’Intelligenza Artificiale deve essere utilizzata con responsabilità e assennatezza. Terza: l’Intelligenza Artificiale non potrà mai sostituire l’uomo.

“Brindisi medico-vitaminico” (Prompt originale di Giovanni De Giorgio, opera realizzata col supporto dell’AI, come quelle pubblicate di seguito)

I miei convincimenti, esposti immediatamente nelle prime righe di questo articolo, servano come base per evitare fraintendimenti e per sgombrare l’idea che il sottoscritto sia un fazioso o un fanatico dell’IA. Niente di tutto ciò. Ho l’onore di essere membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale, quindi, il mio ruolo all’interno dell’Osservatorio è essenzialmente quello dell’osservatore, e assieme a tutti gli altri membri mi impegno a osservare per poi valutare pro e contro, vantaggi e svantaggi, situazioni idonee e inidonee all’utilizzo dell’IA.

In qualità di medico chirurgo, omeopata e agopuntore, durante le attività convegnistiche, offro i miei contributi di pensiero inerenti alle discipline che esercito e che studio ormai da tanti anni, in particolare, l’omeopatia. Già da parecchio tempo sostengo che tra omeopatia e IA non c’è incompatibilità, anzi, la prima potrebbe integrare ottimamente la seconda e la competenza narrativa dell’omeopata potrebbe essere utilizzata proprio per facilitare l’integrazione.

“Riflessi e controriflessi omeopatici”

Una mia dissertazione, “Intelligenza artificiale, omeopatia e competenza narrativa”, rivolge l’attenzione sulle modalità di interazione tra le due discipline e sull’importanza della competenza narrativa dell’omeopata. Questa umana competenza, per ovvie ragioni, non è paragonabile a quella di una macchina, un robot, un chatbot, un assistente virtuale IA. L’ascolto del medico è diverso dall’ascolto di una robot. La differenza tra l’ascolto umano e quello della macchina va considerata attentamente, perché è una differenza notevole, e su tale argomento ho avuto modo di approfondire alcune questioni importanti e di pubblicare un articolo scientifico assieme al professor Giulio Tarro, scienziato di fama mondiale. Già dal titolo alcuni concetti dovrebbero risultare chiari: “Artificial Intelligence Can Assist the Homeopath, But It Cannot Replace Him: Listening to a Doctor is Different from Listening to a Robot”. L’articolo è stato pubblicato nel 2025 su un’autorevole rivista scientifica peer reviewed, il “British Journal of Healthcare and Medical Research”.

Il confronto tra medicina omeopatica e medicina narrativa, invece, è stato realizzato in un altro articolo scritto sempre da Tarro e dal sottoscritto: “Homeopathy Therapeutically Uses Homeopathic Medicines, but Also Narratives, which are Integrated into Compassionate Care: A Comparison between Homeopathic Medicine and Narrative Medicine”. Anche questo articolo è stato pubblicato nel 2025  sull’autorevole rivista già citata.

“Luogo di pensiero, di pace e di preghiera”

In base agli articoli citati, l’IA può assistere l’omeopata, ma non può sostituirlo e un confronto tra medicina omeopatica e medicina narrativa risulta molto costruttivo. L’omeopatia, infatti, non può non essere “narrativa” poiché le narrazioni sono parte integrante della diagnosi e del processo di guarigione. La medicina narrativa, addirittura, utilizza diverse forme di narrazione, ad esempio, racconto, poesia, disegno, pittura, scultura.

Personalmente, in qualità di omeopata, quindi di medico abituato alla narrazione clinica, ho voluto intrecciare gli studi e confrontare la medicina omeopatica e la medicina narrativa, quindi, ho sperimentato su me medesimo la poesia e la pittura. La pittura l’ho sperimentata attraverso l’osservazione “omeopatica” delle opere dei grandi artisti. La poesia l’ho sperimentata attraverso la produzione di versi in vernacolo calabrese e in lingua italiana, successivamente ho voluto scrivere dei libri, tra cui, “Pensare e scrivere omeopaticamente”, pubblicato nel 2023. In questo libro ho raccolto le mie opere (poesie, aforismi, frasi, pensieri) che ho realizzato durante un mio personale e autonomo esercizio di medicina narrativa.

“Pungendo, pungendo, punture in crescendo”

Questo esercizio, sebbene io l’abbia realizzato in assenza di supervisione e nel totale isolamento, ha comunque contribuito a fornirmi esperienze pratiche, consentendomi di realizzare un significativo confronto tra due discipline che utilizzano clinicamente la narrazione. Da un po’ di tempo sto sperimentando su me medesimo anche le arti visive e, nel 2017, sulla rivista online “Essere & Pensiero”, ho pubblicato un articolo divulgativo dal titolo “Diagnosi omeopatica e costituzionale con l’aiuto dell’arte”.

Nell’articolo accenno alla legge della similitudine omeopatica e metto chiaramente in evidenza «il senso “omeopatico” di similitudini, metafore, allegorie trasmesse non soltanto dalla pittura e dalla scultura, ma anche dalla musica, dalla poesia, dalla cultura del bello e del significativo». Le somiglianze hanno omeopaticamente un senso. E se la legge dei simili viene utilizzata con coerenza, se gli stimoli artistici vengono somministrati a “piccole dosi” (per pochi secondi o qualche minuto al massimo) e se gli stimoli provocano sintomi simili a quelli che si vogliono curare, l’approccio terapeutico rientra coerentemente nella mentalità clinica-omeopatica.

“Allegria suonante”

Con questo non intendo dire che la somministrazione di “piccole dosi” di immagini, parole, musiche, suoni e rumori possano sostituire la somministrazione dei medicinali omeopatici durante una terapia. Non fraintendiamo. Io dico soltanto che la legge dei simili è omeopaticamente applicabile anche quando viene somministrata un’immagine creata con l’intelligenza artificiale e generata in base a un prompt “personalizzato”. Per esplorare e verificare, io sto sperimentando su me medesimo le immagini “personalizzate” che creo mediante un prompt, e poi le osservo, per pochi secondi o pochi minuti, a “piccole dosi”, omeopaticamente. Il prompt, insomma, sostituisce il pennello.

Lo stimolo che mi arriva è potente. Ma di questo ne parlerò una prossima volta. Per il momento, faccio parlare le mie opere create con l’IA, che narrano ciò che io narro anche in poesia e che, almeno dentro di me, in virtù della legge dei simili, provocano emozioni simili a quelle che io voglio eliminare. Talvolta voglio eliminare la nostalgia. Non sono un nostalgico matricolato, ma talvolta la nostalgia mi disturba. La elimino omeopaticamente. Mi basta un prompt. Poi ritorno ad essere felice…

( *) Medico chirurgo, omeopata e agopuntore. Membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale.