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Presentato il libro di mons. Luigi Renzo con una conversazione nella Sala degli Stemmi dell'Arcivescovado

Il carisma sempre vivo di San Nilo da Rossano

Corigliano Rossano – Sono passati appena undici secoli dalla sua avventura terrena, eppure la  figura di San Nilo da Rossano mantiene intatto il suo carisma. Anzi, il suo fascino appare accresciuto, in un’epoca – come questa che viviamo – segnata da un wokismo e una cancel culture che non avversano solo il cristianesimo, ma l’intera cultura occidentale, o viceversa.

Mons. Luigi Renzo. A sinistra Cecilia Perri, a destra Tina Morello.

  Appare a chiare lettere, la vocazione moderna di San Nilo, dal libro che mons. Luigi Renzo ha scritto  sul compatrono secondario (assieme a San Bartolomeo) della Calabria, per i tipi di Luigi Pellegrini. Il volume – nuova, illuminante perla della straordinaria produzione storico-letteraria del vescovo emerito di Mileto, Nicotera e Tropea – dopo Cosenza è stato presentato nella “sua” Rossano, in un incontro nel Salone degli Stemmi dell’Arcivescovado. Alle domande, rivolte all’autore con elegante competenza dalla coordinatrice del Museo Diocesano e del Codex, Cecilia Perri, e della Biblioteca diocesana Tina Morello, si sono aggiunte quelle del pubblico e le conclusioni dell’arcivescovo, Maurizio Aloise, che del libro ha curato la prefazione.

  La conversazione ha disegnato alcuni tratti, per come emersi dal libro, del profilo di questo monaco basiliano nato nel 910 a Rossano da una famiglia aristocratica, il quale all’età di trent’anni abbandonò in condizioni economiche sicure moglie e figlia  e si dedicò alla vita contemplativa e alla carità, fondò un primo monastero a San Demetrio Corone, si trasferì a Capua, poi a Montecassino, quindi a Serperi di Gaeta, dove approntò un nuovo monastero, e poi ancora a Grottaferrata, dove fondò l’abbazia di Santa Maria e morì all’età di 94 anni.

L’arcivescovo di Rossano-Cariati, Maurizio Aloise, con mons. Luigi Renzo durante la presentazione del libro su San Nilo.

  Una vita ascetica quanto intensa, espressione della “forza profetica universale che promana dal suo carisma pregnante di modernità bisognosa di relazioni veraci ed autentiche”. Una vita della quale il libro di mons. Renzo (“San Nilo di Rossano,  Un  carisma sempre vivo”), mette in luce uno per volta aspetti di notevole interesse. Solo per citarne alcuni, il ruolo delle donne nella vita del patrono rossanese, il suo rapporto col monachesimo benedettino e col papato, le grotte eremitiche e di civile uso nella Rossano del tempo e, persino, un raffronto con l’altro eremita profeta di Calabria: San Francesco di Paola.

  Un discorso a sé, meriterebbe il capitolo dedicato a San Nilo mediatore di pace e a San Bartolomeo, suo allievo prediletto, anche lui costruttore di pace. Ne ha parlato nel suo intervento l’arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Aloise, richiamando le parole usate nella prefazione: “In un mondo come il nostro … dove sembra che la violenza prenda il sopravvento sul dialogo e prevalga l’idea che la pace si costruisce con le armi … è necessario conoscere uomini come San Nilo, che del dialogo, della costruzione della pace attraverso relazioni umane fondate sull’accoglienza, l’apertura del cuore e la disponibilità a mettere da parte anche le proprie opinioni personali, ha fatto pilastri della sua esistenza”. E di questi tempi, ne varrebbe la pena.