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L'impressionante attualità della testimonianza profetica del "sindaco santo" di Firenze

Giorgio La Pira, la pace possibile

“Siamo ormai sul ‘crinale apocalittico’ della storia: in un versante c’è la distruzione della terra e dell’intera famiglia dei popoli che la abitano, nell’altro versante c’è la ‘fioritura messianica dei mille anni’ intravista da Isaia, da San Paolo e da San Giovanni: i popoli di tutta la terra e le loro guide politiche e culturali sono oggi chiamate a fare questa estrema scelta”. Sembrano parole pronunciate oggi, in cui le lancette dell’orologio si sono fermate all’ora più buia della storia. E invece, sono state affermate da Giorgio La Pira in un messaggio inviato alla Comunità degli scrittori europei, Firenze – 1962. Certo, i conflitti oggi sono in parte cambiati: alle bombe atomiche — che tuttavia restano, e aumentano — subentrano altri metodi con continui massacri di bambini e di intere popolazioni inerme. Non sono cambiate però le richieste di pace, che si levano ovunque, ma continuano a rimanere inascoltate. Eppure, per dare una speranza all’umanità sofferente, il sentiero da percorrere rimane lo stesso. Quello indicato da Isaia e da un profeta moderno che aveva voluto credere nella pace al di là di ogni speranza. Spes contra spem.

Giorgio La Pira, all’epoca sindaco di Firenze, ai “Colloqui per il Mediterraneo” dell’anno 1958.

“Le città non possono essere destinate alla morte: una morte, peraltro, che provocherebbe la morte della civiltà intiera. Esse non sono cose nostre di cui si possa disporre a nostro piacimento: sono cose altrui, delle generazioni venture, delle quali nessuno può violare il diritto e l’attesa. Nessuno, per nessuna ragione, ha il diritto di sradicare le città dalla terra ove fioriscono: sono – lo ripetiamo – la casa comune che va usata e migliorata; che non va distrutta mai!” 

Giorgio La Pira, più che mai attuale, un profeta e che manca tanto nel contesto di oggi, dove il conflitto in Medio Oriente rimane dagli esiti imprevedibili. Un appassionato discorso, tenuto il 2 ottobre 1955 a Firenze da Giorgio La Pira, apriva i lavori del Convegno dei Sindaci delle Città Capitali. Il sindaco del capoluogo fiorentino, intendeva così lanciare da Firenze, nel clima della guerra fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, un appello per la pace attraverso la firma di una dichiarazione da parte di sindaci di città di tutto il mondo: le città attraverso i loro massimi responsabili rivendicavano il loro diritto all’esistenza e alla crescita materiale, culturale e spirituale. Chi è il profeta? È lo stesso La Pira, che ne da una mirabile definizione: “Il profeta parte dal presente, lo scruta, lo critica, ma come momento di un progetto più ampio che distende le sue sponde sul passato remoto e sull’avvenire più lontano, non per lasciarlo ai margini, per limitarsi a denunciarne la precarietà, bensì per metterlo in moto, per destarne la potenzialità e svilupparne gli impliciti frutti, per lanciarlo verso le mete finali della storia e oltre la storia”. Un sognatore? “Il più realista di tutti, perché capace di andare nel profondo”. Così lo defini Giuseppe Dossetti.

(*) Presidente “Associazione Giorgio La Pira”- Cassano Jonio (CS)