La scelta della fondatrice e presidente di sos KORAI per la Festa della Donna 2025
“Ecco perché ho dedicato a Natuzza il Quaderno dell’8 marzo”Peccato non aver conosciuto personalmente Natuzza Evolo.
Pur avendola incontrata ripetutamente, attraverso le esperienze narratemi da amiche e amici e letture di svariata natura, non ho mai avvertito il bisogno di recarmi da lei.
A frenarmi, forse, la straordinarietà del suo essere che mi ha suscitato l’ansia che scaturisce dall’inspiegabile.

Ho sempre apprezzato l’epochè: non cerco di capire tutto quello che mi si presenta nell’esperienza forzando i limiti dell’umana intelligibilità né mi provoca turbamento quello che è al di là della mia personale capacità di discernimento, eppure la singolarità di questa donna mi ha colpito così intensamente da impedirmi di vincere la ritrosia dell’incontro vis à vis. Ogni volta che ho sentito parlare di Lei, però, ne sono rimasta incantata e non sono mai riuscita a sottrarmi al fascino della sua figura.
Dunque: conoscevo la sua storia, avevo letto di Lei, anche disquisizioni dotte di antropologi e sociologi, avevo ascoltato testimonianze che lasciano basiti e racconti così teneri da commuovere fin nell’anima ma tutto si fermava lì.
A dicembre del 2023 il mutamento, del tutto casuale, che avrebbe vinto le mie perplessità e trasformato il mio tiepido interesse per Lei, più che altro una semplice curiosità, in qualcosa di profondo e sconvolgente: Natuzza entrava nella mia vita attraverso la mia passione per le storie al femminile e la sua vicenda umana, o forse sarebbe corretto definirla sovrumana, mi avrebbe preso irresistibilmente. Una passione, la mia, che ogni anno, da otto a questa parte, mi porta a raccogliere storie femminili legate alla Calabria per una pubblicazione celebrativa della Giornata Internazionale Della Donna: i Quaderni dell’8 Marzo di sos KORAI, l’Organizzazione Di Volontariato per i diritti delle donne che ho fondato e presiedo dal 2018. Una delle narratrici, per l’edizione attuale, al termine fissato per l’invio delle storie mi fa sapere, su whatsapp, di essere stata impedita da problemi familiari e che, in sostituzione del lavoro preannunciato, avrebbe inoltrato un piccolo racconto su Natuzza Evolo. Ecco la mia risposta immediata:”Non preoccuparti, spero che tutto si risolva nel bene, ma essendo Natuzza figura di primissimo piano merita che il Quaderno venga legato a Lei mentre quello prossimo si è già deciso di intitolarlo ad altra donna, mi sentirei veramente a disagio, essendoci Natuzza, di dedicare e chiamare la pubblicazione con altro nome che non fosse il suo.” Una forza interiore, misteriosa e potente, aveva scritto per me quelle parole ma, rileggendo il messaggio, mi convincevo che era proprio quella la mia ferma decisione.
Eccola la svolta che avrebbe dato alla mistica di Paravati piena cittadinanza nel mio cuore oltre che nel mio umile ma appassionato servizio per i diritti del mio genere.
Da allora, poco più di un anno, mi sono tornate alla mente le osservazioni dei tantissimi che nutrono nei suoi confronti una devozione profonda, frequentano regolarmente Paravati, il luogo della sua vita, e l’opera a Lei legata. Considerandole retrospettivamente credo che il filo rosso che le collega sia la sensazione di pace che questa meravigliosa creatura riusciva ad infondere in tutti quelli che hanno avuto il coraggio, o forse é giusto dire la fede, di incontrarla.
Le traversie e angustie affrontate con dignità e a testa alta, le sofferenze e le umiliazioni patite con coraggio e gioia di condivisione della Croce, il garbo e la modestia che l’hanno sempre contraddistinta fanno di Lei una creatura unica ed eccezionale, quasi un riflesso della fanciulla di Nazareth prescelta dal Signore per il mistero della Nascita Santa. Non era forse Maria una giovane umile, semplice, amorevole, forte e trasgressiva, non era forse Natuzza, verme della terra, come amava definirsi convintamente e non per fare scena, anche Lei buona e umile, intraprendente e decisa? Il Signore predilige le creature schive, dolci e sensibili ma anche forti al punto da riuscire a diffondere il Suo messaggio di carità nonostante le brutture della vita, le invidie, le gelosie e gli odi. A loro affida compiti importanti e Natuzza é stata una prescelta.

Autenticità profonda la Sua, è madre prima ancora di partorire i suoi cinque figli, mamma dei fratellini prima e poi di tutti i sofferenti, nel corpo e ancor più nello spirito, che a Lei si sono rivolti per una parola buona. La luce negli occhi di chi, avendola conosciuta, ne parla quasi in estasi colpisce profondamente soprattutto perché riesce a contagiare chi ascolta.
Natuzza è entrata nel mondo del Quaderno dell’8 Marzo senza che io la cercassi ed ha aspettato un anno per farlo da protagonista. Quasi per magia, o per un disegno ineffabile, per lo stesso Quaderno sono giunte altre figure femminili fortemente legate a Lei e il suo nome ritorna nei racconti di altre donne presenti nella raccolta: c’è chi a Lei si è rivolta per avere conforto, chi l’ha ripetutamente incontrata anche in una dimensione onirica ricevendo consigli e avvertimenti, e c’è anche chi è stata la sua medica per 47 anni ed ha intessuto con lei “una relazione speciale e non certo indolore”. Tutto questo è accaduto senza che altri, al di fuori di me e di Giusy, l’autrice del suo racconto, sapesse del suo ruolo di prima donna del Quaderno. Altrettanto per caso è successo che Loredana, la socia col compito di illustrare la pubblicazione, abbia scelto per questa edizione solo fiori e quale omaggio più adatto poteva esserci verso Natuzza, che spesso, pur assente, si annunciava con una fragranza fiorita, e verso le altre 17 donne che le stanno accanto in questa straordinaria annualità, unite a Lei dalla stessa fede nel Bene?
Effettivamente tutte le diciotto cittadine del Quaderno 2025 hanno qualcosa di singolare, pur nella loro assoluta diversità sono contraddistinte dalla volontà indicata nell’asserzione che, come curatrice, ho posto ad introdurre il libro. É una frase di Simone de Beauvoir:”Io accetto la grande avventura di essere me stessa”. In pochi accosterebbero la mistica di Paravati ad una femminista, io lo faccio convintamente perché sia l’una che l’altra hanno nutrito una passione assoluta e realizzato un servizio di forte valenza sociale: un filo resistente lega tutti quelli che hanno un ideale e lo perseguono con entusiasmo, coerenza e altruismo.
L’affascinante racconto di Lei, presente nel Quaderno, intenerisce, Giusy ne ha parlato in maniera alternativa rispetto alla maggior parte degli scritti che ho letto, si è soffermata, soprattutto, sulla dolcezza e la giocosità con cui ha curato i fratellini cercando di sopperire all’assenza della mamma, alla miseria e all’ostilità di un perbenismo paesano gretto e meschino. L’esposizione centrata su questo aspetto pone Natuzza sotto un riflettore diverso da quelli consueti e ne fa apprezzare la profonda femminilità. A Lei fanno da corona le altre creature del Quaderno, tutte profondamente legate ai valori della famiglia e dall’animo dotato di sensibilità eccezionale.
Effettivamente Natuzza Evolo, pur nella sua unicità di designata dal Signore, è una donna vera di Calabria. La sua figura sfugge ai luoghi comuni, denigratori del femminile e del calabrese, è un essere vigoroso e risoluto che compie la missione affidatale dall’Alto senza battere ciglio e senza perdere la sua natura impastata di umiltà, misericordia, accoglienza ed anche fermezza, coraggio e resilienza.
Ecco perché Natuzza Evolo diventa la bandiera dell’8 Marzo 2025, un 8 Marzo con tutti i crismi di appartenenza ad un progetto di emancipazione autentica e vera della donna. Una creatura titanica che, pur sovrastando le meschinità umane, non le giudica né le condanna ma le conquista. “Offri il tuo dolore e vedrai che gli increduli diventeranno credenti”. Cosī le disse la Signora irradiata di luce e Natuzza rispose:”Sì!”. Esclamò sì con la forza del cuore tipica delle donne di Calabria e fino alla fine tenne fede al suo patto d’amore.
Il Quaderno dell’8 Marzo di sos KORAI vuole tracciare la vera identità femminile della nostra terra, scevra dai pregiudizi e dagli stereotipi che gravano sulla donna e sulla nostra regione, la storia di Natuzza contribuisce a farlo con forza. Grazie a Lei e alle altre magnifiche donne dei Quaderni di Marzo l’obiettivo da noi perseguito può dirsi raggiunto, il percorso, però, non si interrompe perché, in virtù della loro carica di positività, rimane viva nell’Associazione la voglia di continuare a narrare per dare voce alle tante altre che aspettano.
(❋) Presidente di sos KORAI, Organizzazione di volontariato per i diritti delle donne
Curatrice del Quaderno dell’8 Marzo