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Inaugurata nel complesso di Santo Spirito in Sassia, a Roma, la mostra che si avvale della consulenza storica di Raffaele Iaria

Come ponti sul mondo. Scelte di vita, racconti di missioni

Da ieri, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4 e 5 ottobre 2025), a Roma la mostra immersiva “Come ponti sul mondo – Scelte di vita, racconti di missione” che si avvale della consulenza storica del calabrese Raffaele Iaria. Il progetto è stato ideato e coordinato da Paolo Masini, direttore del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova  e dalla sociologa delle migrazioni Delfina Licata mentre la ricerca storica e l’elaborazione dei testi è stata curata da Marisa Fois con la consulenza storica di Raffaele Iaria e museale di Giorgia Barzetti. La mostra, che si  potrà visitare fino al 16 novembre presso il complesso Santo Spirito in Sassia, si sviluppa su due  prospettive: una geografica, che abbraccia il mondo intero, evidenziando la presenza italiana in ogni continente – oggi più di 6 milioni di italiani vivono all’estero, principalmente in Europa, ma anche in America, Africa, Asia e Oceania; e una storica, che parte dalla seconda metà del XIX secolo e arriva ai giorni nostri.

Un dettaglio del manifesto che presenta la mostra sull’emigrazione, a Roma.

Attraverso un linguaggio visivo e narrativo coinvolgente, la mostra racconta le storie di missioni, parrocchie, oratori, scuole e strutture che, dal Nord Europa al Sud America, hanno accolto gli emigranti italiani. Entrando nella sala, i visitatori saranno accolti da un planisfero interattivo, che prende vita attraverso linee luminose, collegando l’Italia con altri Paesi del mondo. La narrazione guiderà il pubblico in un viaggio nel tempo e nello spazio, mettendo in risalto volti del passato e immagini contemporanee. Tra le figure centrali della mostra spiccano don Vincenzo Pallotti, mons. Geremia Bonomelli, mons. Giovanni Battista Scalabrini, don Luigi Guanella e madre Francesca Saverio Cabrini, protagonisti della storia della Chiesa e del movimento di solidarietà che ha accompagnato gli italiani all’estero. Ma anche l’esperienza delle Suore Minime della Passione in Svizzera dove sono ancora presenti in particolare nella Missione Cattolica Italiana di Zugo, guidata da don Mimmo Basile. Le loro storie si intrecciano con quelle di tanti altri missionari e missionarie, sacerdoti e laici, che si sono dedicati, in tempi diversi, a stare accanto ai migranti. Sono raccontati frammenti della vita quotidiana di quei missionari che, nel dopoguerra, offrivano una voce amica attraverso le radio in Belgio, o che, negli anni Cinquanta, sostenevano la stampa in lingua italiana in Germania; si parlerà dei corsi di lingua organizzati in Svizzera negli anni Sessanta dalle suore Minime della Passione e dii altri istituti religiosi , e dei recenti progetti di solidarietà in Russia, emersi nei primi anni Duemila. Un vero e proprio “mosaico di iniziative, che racconta una realtà viva: quella delle missioni che accompagnano, curano e accolgono, in dialogo con la realtà delle migrazioni e degli italiani all’estero.