Home » Chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione di Don Carlo De Cardona

Il sacerdote di Morano Calabro (CS) fu tra i primi interpreti delle istanze della Rerum Novarum di Leone XIII

Chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione di Don Carlo De Cardona

Chiusa la fase diocesana per la Beatificazione di Don Carlo De Cardona, presbitero e figura di spicco del cattolicesimo sociale, fondatore delle Casse Rurali. La causa, è iniziata nel 2009 partendo dalle informazioni riguardo la storicità della figura del Servo di Dio e ha visto impegnate diversi esperti storici e e teologi. Ha ricevuto il nulla osta della Conferenza Episcopale Calabra il 14 ottobre 2009 dall’allora Congregazione, oggi Dicastero, delle Cause dei Santi il 16 giugno 2010.

Don Carlo De Cardona (1871-1958)

Il Tribunale che porta a conclusione il prezioso lavoro d’inchiesta attualmente è composto da don Pietro Groccia, delegato episcopale, don Annunziato Laitano promotore di giustizia e il signor Francesco Reda notaio attuario. Attuale Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è don Enzo Gabrieli, nominato nel 2022. Nel corso di questi anni, oltre alle ricerche storiche e all’escussione di 57 testimoni, si è tenuta anche la Ricognizione canonica sul corpo del Servo di Dio e la traslazione nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Morano Calabro, dove si è tenuta la cerimonia della chiusura della fase diocesana.

Per Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano All’Ionio e Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, “la vita di don Carlo De Cardona è stata un ponte luminoso tra cielo e terra. Uomo di fede profonda e di instancabile dedizione, ha saputo incarnare nella sua esistenza l’amore di Dio e il servizio agli uomini. Ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio era intriso di quella sapienza che nasce dall’incontro quotidiano con il Vangelo e dalla vicinanza sincera ai cuori affaticati.

Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano All’Ionio

Don Carlo, – per il presule – non ha semplicemente vissuto nel mondo: lo ha elevato, lo ha ascoltato, lo ha abbracciato con la compassione di un pastore e la visione di un uomo che sapeva guardare oltre. La sua opera spirituale e sociale ha lasciato un’impronta che continua a parlare, un’eredità viva che chiede a ciascuno di noi di vivere con la stessa profondità, con lo stesso slancio verso l’Alto. In lui cielo e terra si sono toccati. La sua memoria rimane come luce discreta ma potente, guida e conforto per chi ancora cerca, lotta e spera”.

Il Tribunale ecclesiastico diocesano col vescovo Mons. Francesco Savino e il postulatore della causa, don Enzo Gabrieli.

Dal canto suo, don Enzo Gabrieli, postulatore della causa, ha affermato: “Don Carlo rappresenta una figura meravigliosa, brilla fra il clero calabrese ed in particolare in quello cosentino dove ha svolto tutto il suo ministero sacerdotale, da quando fu chiamato come segretario di monsignor Sorgente fino a pochi mesi prima della morte avvenuta a Morano Calabro. Egli ha saputo ben interpretare e tradurre concretamente le istanze di papa Leone XIII di una chiesa in uscita e presente nel sociale, attenta agli ultimi, ai lavoratori e a chi non aveva garanzie e aiuti; oggi diremmo scartati e invisibili”.

(*) Portavoce UCS Diocesi di Cassano All’Ionio