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Intervista a don Fabio Stanizzo, il sacerdote lametino nuovo direttore della Caritas calabrese

“La mia Caritas? Camminerà in équipe per offrire speranza a chi incontra “

“Essere una Caritas profetica, sinodale con l’intento di dare speranza a chi incontriamo nel nostro cammino”. Potrebbero essere racchiuse in questa frase le linee programmatiche del nuovo direttore della Caritas calabrese, don Fabio Stanizzo, che mette al centro di questo suo mandato la volontà di “promuovere la testimonianza della carità ed essere al servizio dei vescovi, soprattutto in questo periodo molto difficile in cui registriamo, accanto alle vecchie forme di povertà che stanno aumentando, nuove forme di povertà come quelle educative, l’isolamento sociale, l’instabilità lavorativa, abitativa, l’accesso limitato ai servizi e la dipendenza da giochi accanto allo spopolamento delle aree interne che, certamente, ha conseguenze sull’intero sistema sociale ed economico”.

Don Fabio Stanizzo, nuovo direttore della Caritas calabrese.

Quali i suoi primi passi da direttore regionale?

Per prima cosa desidero incontrare al più presto le Caritas presenti nella nostra regione, pianficando con i direttori un momento di incontro con l’equipe e i volontari, per programmare insieme il cammino da fare. Il 10 ottobre ci sarà la prima riunione della delegazione, dopo il consiglio nazionale. Ad ottobre, infatti, parte la programmazione nazionale.

Quindi, possiamo parlare di una prima fase dedicata all’ascolto?

Assolutamente sì. Fondamentale e necessaria, questa prima fase permetterà, da un lato di inserirmi nel solco tracciato dai miei predecessori e dall’altro programmare e declinare nel nostro territorio le indicazioni della Conferenza episcopale italiana e della Conferenza episcopale calabrese. Ma anche sintesi e programmazione per proseguire nel cammino sinodale delle Caritas presenti in Calabria: non dobbiamo perdere di vista che siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo andare verso la stessa direzione. Per me si tratta di un incarico certamente impegnativo per il quale ringrazio, oltre i direttori delle Caritas diocesane che mi hanno segnalato nella terna presentata alla Cec, il Vescovo, della mia Diocesi, monsignor Serafino Parisi, quello delegato, monsignor Francesco Savino, il presidente della Cec, monsignor Fortunato Morrone, e gli altri Vescovi della Calabria. A tutti loro esprimo la mia gratitudine per la fiducia accordatami.

Con Fabio Stanizzo in un incontro con il Pontefice, Leone XIV.

Come sarà la “sua” Caritas regionale?

Non sarà la mia ma la nostra… L’augurio è quello di vivere una Caritas che cammina in équipe, con stile sinodale e dinamica. Coinvolgendo tutti i direttori diocesani, programmeremo e cammineremo insieme tenendo presente l’importante e fondamentale collaborazione di volontari ed operatori, portando avanti e realizzando progetti che hanno come obiettivo finale l’anello più debole della nostra società al quale dobbiamo guardare, non per fare mero assistenzialismo fine a sé stesso ma, come spesso sollecita anche monsignor Parisi, operando per aiutare le persone a camminare da sole, diventando autonome, avviandole verso percorsi virtuosi e di riscatto e mettendoci in ascolto delle istituzioni presenti sul nostro territorio a livello regionale, provinciale e comunale, per programmare e progettare insieme per rispondere ai bisogni che emergono dai nostri territori, promuovendo una politica del welfare più inclusiva e incisiva.

Appena chiusa la fase del lockdown, poi, si decise l’apertura della nuova mensa proprio nei locali del complesso interparrocchiale San Benedetto dove in seguito sono stati attivati il centro diurno, le docce, il centro vestiario, lo sportello rosa e l’ambulatorio solidale facendo diventare quel luogo, grazie al vescovo, monsignor Serafino Parisi, una “cittadella della carità”. 

Don Fabio Stanizzo accanto a mons. Serafino Parisi, il vescovo della diocesi di Lamezia, alla quale appartiene.

Direttore della Caritas di Lamezia Terme dal 2020, don Fabio ha guidato la struttura lametina nel difficile periodo del Covid quando, tra le altre cose, il complesso interparrocchiale San Benedetto, divenne un centro per effettuare uno screening aperto a tutti, insieme alla somministrazione dei tamponi gratuiti a chi frequentava la mensa, il dormitorio e le varie strutture della Caritas, insieme ad alcune famiglie che si erano rivolte agli sportelli della Caritas ed al Centro di ascolto o a chi non aveva la possibilità di acquistarlo. In quella circostanza fu anche attivato uno sportello per la prenotazione online del vaccino. Un anno difficile durante il quale l’attività della Caritas non si fermò ma, al contrario, divenne più incisiva con la consegna di mascherine, pasti da asporto e aiuti di vario genere a chi ne aveva bisogno.

Non meno importante il programma portato avanti dal 2022 subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina per l’accoglienza di bambini provenienti da quei territori dilaniati dalla guerra: “Non si è trattato e si tratta solo di un progetto di accoglienza – dice al riguardo don Fabio – ma di una straordinaria occasione di animazione di comunità. Partendo da noi stessi, dalle nostre equipe, dalle nostre delegazioni, siamo chiamati a coinvolgere e a mettere in rete le diverse realtà territoriali: la comunità cittadina, le scuole, i comuni, le associazioni, la comunità ecclesiale (parrocchie, gruppi, movimenti), i giovani e tutte le singole persone intercettate dalle diocesi accoglienti. Il desiderio è che, attraverso la preparazione e poi l’incontro con i bambini e i ragazzi, si accompagni la comunità a costruire una fraternità solidale che abbia a cuore il tema della pace, che sappia custodire quel senso profondo dell’umano, che è espressione di carità.