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La Casa di riposo di Limbadi, fondata da Don Mottola nel 1946

Oggi come ieri, un’oasi di amore e di tenera accoglienza

La casa di riposo di Limbadi, o meglio la “Casa della Carità”, è stata voluta e fondata nel 1946 dal Beato don Francesco Mottola, con il supporto fattivo e concreto del parroco del paese, nonché sacerdote oblato, don Domenico Musumeci.

Essa è per me e per tutti i limbadesi un motivo di orgoglio ed anche luogo di ricordi cari e gioiosi, infatti, la “Casa” è stata ed è tuttora un punto di riferimento per adulti e bambini, un’istituzione del nostro paese, e proprio di Limbadi erano molte giovani donne che hanno lasciato la loro casa e i loro cari per divenire Oblate del Sacro Cuore e Figlie di Padre Mottola e dedicare la propria vita al servizio dei bisognosi, tra queste ricordiamo le signorine Antonia, Elvira, Micuccia, Marta, Vincenzina, Nazarena, Pasqua, Franca…

Un momento di vita comunitaria all’interno della Casa di riposo di Limbadi (VV)

Io sono cresciuta in mezzo a loro, ho giocato con gli orfanelli che accoglievano e mi intrattenevo con le anziane, ricordo con affetto anche i sacerdoti don Musumeci e don Macrì, quest’ultimo, valente musicista e compositore, insisteva nel volermi impartire lezioni di pianoforte, ma purtroppo non ne avevo l’attitudine.

Oggi come allora la “Casa della Carità” è un’oasi di amore e tenera accoglienza, oltre alle oblate operano figure professionali di grande competenza e ricche altresì di umanità, medici, infermieri e OSS fanno sì che le anziane ospiti siano amate e curate al meglio, come prescrivono le normative; quando la Casa è stata fondata certamente non c’erano i mezzi di oggi, ma le signorine si occupavano degli infermi meglio che potevano e ne lenivano le piaghe con tutti i rimedi che conoscevano.

La Casa di riposo di Limbadi è stata fondata dal Beato Francesco Mottola 79 anni fa.

Ho chiesto a un’oblata che presta il servizio alla Casa come si svolge una sua giornata all’interno della struttura: con un sorriso e la dolcezza negli occhi, che nascondevano la stanchezza derivante dal sacrificio quotidiano, mi ha risposto semplicemente che la cosa più importante è fare di tutto per creare un ambiente familiare e accogliente, in particolare per le persone disabili e svantaggiate, poiché è questo il mandato della famiglia religiosa fondata da Don Mottola.

Per accudire gli ammalati è indispensabile avere amore paziente, comprensione e una grande fortezza d’animo, qualità che contraddistinguono chi si dedica giornalmente al servizio degli ultimi; bisogna mettere al centro la persona, soggetto unico e irripetibile che vive in un sistema di relazioni che la malattia va a minare, rompendo il suo equilibrio.

La “Casa della Carità” di Limbadi è nata per dare conforto a chi soffre, che possono così essere assistiti da persone sensibili e amorevoli in un ambiente pulito e confortevole, anche i pasti, curati e genuini, vengono calibrati in base alle esigenze mediche delle assistite, pertanto, un caloroso ringraziamento va a tutto il personale, alla direttrice e alle oblate. 

L’amore ha tante forme, ma una delle più belle e speciali è quella che si esprime in una carezza fatta con il cuore a chi è più fragile e indifeso, il personale tutto della “Casa della Carità” fa questo tutti i giorni e con le azioni quotidiane ha reso la struttura un fiore all’occhiello della nostra piccola comunità, a loro vorrei esprimere tutta la mia stima e affetto.