Marina Casini a Vibo Valentia per i trenta anni del Centro di aiuto alla Vita
Trasmettere la vita, speranza per il mondoMiniconvegno, il 16 maggio scorso presso la sala consiliare della Provincia di Vibo, per festeggiare i trenta anni di attività del Centro di Aiuto alla Vita.

Tema dell’incontro “Trasmettere la vita, speranza per il mondo”, che è il titolo della riflessione della CEI per l’ultima Giornata per la vita. Quest’anno è anche il giubileo del Movimento per la Vita che è stato fondato nel 1975, coincidenza ben sottolineata dalla relatrice, la giurista Marina Casini, presidente nazionale del MpV italiano. Il Movimento per la Vita è nato a Firenze per iniziativa di un magistrato, Carlo Casini, come strumento di aiuto alle donne, soprattutto quelle in difficoltà purché sole o con pochi mezzi economici, nel delicato momento della gravidanza, purché “Ogni vita è degna di essere vissuta”.

Carlo Casini diceva che “La difesa della vita nel seno materno esprime in forma davvero radicale una contestazione dell’attuale società strutturata sulle categorie dell’avere e del fare e suggerisce una progettualità nuova, che vuole porre l’uomo al centro e che, quindi, privilegia il povero e l’emarginato. Il concepito simboleggia in forma ultima ogni persona che non conta, ogni uomo che non ha voce”. Trasmettere la vita è speranza per il mondo purché la vita è sempre un bene ed ogni esistenza umana è portatrice di qualcosa di bello. La speranza sgorga dallo sguardo che porto sulla vita umana, se riconosco o meno un lieto annuncio.

Dopo la dottoressa Casini ha parlato la signora Manuela Perna di Cosenza, coordinatrice regionale per la Calabria de “Il cuore in una goccia”. Questa è una fondazione che prende il nome da una frase di s. Madre Teresa di Calcutta: ” Metti la tua goccia ed arriverà l’oceano di Dio”. Questa frase, raccolta dal prof. Giuseppe Noia, ginecologo cattolico del policlinico Gemelli, è stata l’ispiratrice della fondazione, nata per difendere la vita nascente, curare i bambini con diagnosi di patologie prenatali, affiancando e sostenendo le loro famiglie.La signora Manuela ha raccontato la sua esperienza drammatica. Già madre di quattro figli, si ritrova incinta ed, essendo avanti negli anni, fa una amniocentesi. Dopo qualche giorno viene chiamata da un medico che x telefono le dice che deve andare subito ad abortire, perchè il bambino che porta in grembo è gravemente ammalato. Pur avendo contro tutti, anche i familiari, lei decide di portare avanti la gravidanza e suo figlio Samuele è vissuto fino a sei mesi, anche se non è stato mai portato a casa in quanto non respirava autonomamente. In questa vicenda lei e suo marito sono stati lasciati da soli ed avevano contro il giudizio negativo di tutti, che addirittura li incolpavano di far spendere soldi allo Stato per un bambino che secondo loro non doveva nascere.
Dopo la morte di Samuele, lei ha sentito il bisogno di impegnarsi perchè altre donne e famiglie con una storia simile alla sua non fossero lasciate in una drammatica solitudine.
La testimonianza di Manuela ha toccato tutti i presenti in sala ed è stata veramente un dono per tutti e motivo di riflessione sulla preziosità di ogni vita umana. Ognuno nasce con un compito, anche un bimbo malato che vive poche ore o pochi mesi.